L’European Creators Lab, che da anni sostiene artisti di diversi settori nello sviluppo dei loro progetti immersivi, ritorna anche per questo 2024. Il nuovo bando per partecipare al Development Lab del prossimo aprile è in corso e avete tempo per candidarvi fino al 1° marzo.
Il prossimo 8 aprile prenderà il via a Lione il primo laboratorio 2024 organizzato da EUCL- European Creators Lab. Anche quest’anno il Development Lab sarà un momento interamente dedicato alla fase forse più importante nello sviluppo di un progetto immersivo: quella dell’ideazione.
I partecipanti avranno a disposizione cinque giorni per confrontarsi con mentori specializzati nel settore e trasformare le loro idee innovative in concetti più concreti, con l’opportunità di avvicinarsi al mondo dell’immersività nelle sue molteplici forme. Ed è proprio questo uno degli aspetti più interessanti del lab: l’aprire la porta anche a chi di immersività sa poco ma magari è esperto in altri settori – musica, cinema, teatro, etc., e che può dunque portare qualcosa di nuovo preso direttamente dalla propria esperienza ad un settore, quello immersivo, che molto meglio di altri è in grado di cogliere questi input e farne motore della propria costante innovazione.
Abbiamo parlato del LAB e della sua struttura con Mads Damsbo, Head of Studies presso l’EUCL dal 2023. Ecco cosa ci ha detto.
“L’European Creators’ Lab è una sandbox stimolante per menti creative e artisti visionari per esplorare le possibilità che preparano il terreno per le narrazioni future. Durante i laboratori esploriamo la creazione spazializzata, lo storytelling immersivo e l’UX design, le storie del futuro e le tecnologie innovative che ci aiutano a raccontarle”. Dal 2017 l’European Creators Lab ha ospitato circa 400 partecipanti di 36 nazionalità diverse, guidati da 60 mentori esperti con una comprovata esperienza nel settore XR. La nostra missione è aiutare i talenti creativi e gli artisti a sviluppare nuovi progetti immersivi, trovare team e partner di co-produzione e offrire eventi per i professionisti delle XR per fare rete e connettersi”
Dal sito di European Creators Lab

Per maggiori dettagli su come candidarsi al primo Lab, potete visitare il sito web di EUCL
Struttura di European Creators Lab
MADS DAMSBO – In generale, il percorso si articola in tre parti: la prima è il Development Lab, una sorta di scenario formato sandbox dove portiamo vari talenti che vogliono operare con lo storytelling immersivo. Non è necessario che abbiano un progetto già definito o un’esperienza specifica nel campo. L’importante è che siano disposti a imparare e a sviluppare idee assieme. Si tratta quindi di una sorta di primo viaggio… un primo passo verso l’ignoto.
Il secondo step è la residency a Lussemburgo, dove ci addentriamo in progetti reali e scopriamo di cosa hanno bisogno i partecipanti individualmente e come possiamo aiutarli per sviluppare ulteriormente le loro opere.
La fase finale è il Prototyping Lab, durante il quale ci aspettiamo che i progetti prendano concretamente forma: abbiniamo i nostri partecipanti a tecnologi creativi che non hanno un progetto proprio e insieme cercano di realizzare un prototipo che convalidi una parte dell’idea sviluppata.
Da questo punto di vista, i lab rappresentano quasi un ciclo completo di sviluppo del progetto. Naturalmente non ci aspettiamo che tutti i partecipanti prendano parte ai tre lab, ma diamo loro la possibilità di passare da uno all’altro. In questo modo, si può partire da un’idea e arrivare a un prototipo finito entro un anno. Abbiamo progetti che effettivamente ci sono riusciti ed è davvero bello da vedere.

Partecipanti e mentori a colloquio
M. D. – La prima fase di EUCL è un laboratorio “aperto”: la maggior parte di quanti si iscrivono hanno un’alta possibilità di partecipare, tenendo conto ovviamente del numero di posti disponibili e del rapporto tra partecipanti internazionali ed europei che dobbiamo rispettare. Non importa, per essere selezionati, di essere esperti in ambito immersivo, anzi. Si può avere zero familiarità con esso, magari provenire dall’industria musicale o dall’ambito prettamente cinematografico e avere un background che ha poco a che fare con le tecnologie immersive… comunque si può partecipare all’evento.
Il secondo e il terzo laboratorio sono un po’ diversi. Abbiamo una piccola giuria, di cui faccio parte anch’io, che esamina i progetti per vedere se sono adatti a partecipare alla residency e anche che esista un team preparato che sia effettivamente pronto a lavorare alla cosa.
Questo per quanto riguarda i partecipanti. Dall’altro lato troviamo invece i mentori. Il Lab ha una lunga storia di grandi mentori. Certo, è sempre un po’ un rompicapo trovare le persone giuste, ma fortunatamente tutti amano partecipare alle nostre attività, perché per molti versi è anche uno spazio per discutere con i propri pari: si ha la possibilità di confrontarsi per una settimana con altri quattro mentori di alto livello che lavorano nel settore già da molti anni, ed è una cosa rara per i professionisti avere questa opportunità e allo stesso tempo essere pagati.
Certo, le sorprese non mancano nemmeno per i mentori: quello di cui alle volte non ci si rende conto è che descrivere a qualcuno che non ha alcuna esperienza nel campo un concetto che per i mentori stessi è invece molto naturale, di cui hanno una forte esperienza incarnata e che pensano sia quasi ovvio o logico, non è per nulla semplice. Bisogna sempre fare in modo che anche chi è totalmente nuovo alla cosa possa comprendere davvero il messaggio che si sta cercando di trasmettere.

Nel corso del lab si verifica anche del mentoring più classico, diciamo, che consiste, per i mentori, nell’assicurarsi che i partecipanti sappiano davvero cosa stanno cercando di dire, quale storia gli interessa: questa consapevolezza a volte può essere offuscata da un desiderio di forma o di estetica o persino di destinazioni, e si tratta di scavare fino al nocciolo della questione e capire che cosa si vuole effettivamente dire.
Questo vale per tutti e tre i nostri workshop, ma in particolare per la residenza, durante la quale sfidiamo letteralmente i nostri partecipanti ad arrivare al nocciolo della loro idea, che poi torna utile, ovviamente, anche nel workshop di prototipazione, dove la decisione su cosa prototipare è cruciale. Sapete cosa state cercando di mostrarci e quale sarà l’esperienza principale del vostro progetto? Questo fa parte del duro lavoro che i nostri mentori devono fare.
Il ruolo della prototipazione
M. D. – Una cosa che a volte dimentichiamo è quanto si possa arrivare a creare, concretamente, in quattro o cinque giorni. Tuttavia, non è solo il nostro laboratorio di prototipazione ad affrontare questo tema, ma anche i due workshop precedenti lavorano in questo senso, per facilitare l’ideazione e lo sviluppo dei progetti.
Per esempio, nel Development Lab facciamo presentazioni immersive, in cui invece di tenere una semplice keynote, si chiede ai partecipanti di provare a inserire la loro keynote in un motore di gioco e poi mostrarla in una sala di proiezione a 360 gradi, in modo che il pubblico possa farsi un’idea di come potrebbe essere la loro storia immersiva.
Anche se non è il prototipo finale, questa pre-versione ha comunque quell’urgenza che si prova quando si deve mostrare qualcosa a un pubblico o al resto del gruppo. I prototipi possono essere molto divertenti in questo senso, perché a volte finiscono per fallire – e anche questo è un bene – ma ci possono essere anche questi momenti magici in cui improvvisamente tutti capiscono come funzionano le cose e allora è davvero bello.

Un’edizione 2023 di successo
M. D. – Il 2023 è stato il primo anno in cui ho ricoperto il ruolo di Head of Studies presso l’EUCL. È stata anche la prima volta che abbiamo sperimentato l’idea del ciclo di rotazione dei tre laboratori, ed è andata molto bene. La mia prima preoccupazione era quella di capire se cambiare il design e la struttura dei laboratori avrebbe influito sulla loro efficacia, ma devo dire che anche singolarmente i tre eventi hanno funzionato bene.
Ci sono stati progetti che hanno partecipato a più fasi. Alcuni sono venuti al Development Lab e sono tornati per la residenza, altri li abbiamo visti per la prima volta alla residenza e poi li abbiamo ritrovati al laboratorio di prototipazione. Un progetto che ha partecipato alla prima fase è tornato per la terza. E ce n’è stato anche uno che ha attraversato tutte e tre le fasi, dallo sviluppo alla residenza alla prototipazione. Ci sono state molte sovrapposizioni interessanti.
Un paio di progetti sviluppati durante l’edizione 2023 e con un prototipo pronto per il pubblico saranno presenti quest’anno al Festival del Cinema di Lussemburgo: non sono parte dell’esibizione, ma verranno presentati allo stato di sviluppo attuale e credo valga la pena di scoprirli. Non posso ancora dire quali sono i progetti, ma farò un panel durante l’evento per presentarli: sono sicuramente lavori da tenere d’occhio!

Sfidare le aspettative dei partecipanti
M. D. – La prima cosa che facciamo con i nostri partecipanti al Development Lab è quella di abbattere le aspettative su come dovrebbero essere le produzioni immersive.
Imparano rapidamente che ci sono molti livelli di narrazione nelle esperienze immersive, e noi stessi li esponiamo a tantissimi esempi: usiamo il catalogo di Diversion Cinema, per esempio, per mostrare loro diverse opere.
Per i primi giorni, perciò, i partecipanti si trovano in un mondo completamente nuovo, pieno di possibilità: hanno visto così tanto e sono incredibilmente ispirati rispetto a tutto ciò che possono fare. Ma poi la realtà colpisce, soprattutto quando i mentori spiegano le cose che devono considerare o conoscere per muoversi in una certa direzione, e a volte questo può essere scoraggiante. Per questo motivo cerchiamo di dare valore alla semplicità, con i nostri partecipanti, in modo da non lasciarci trasportare troppo dal classico problema che tutto è possibile in XR e cercare invece di stabilire dogmi e limiti che ci permettano comunque di lavorare con loro in modo creativo.

I nostri tutor, comunque, dedicano molto tempo ad aprire gli orizzonti dei partecipanti su ciò che un’esperienza immersiva può potenzialmente essere. Riflettiamo sul corpo come contenitore fenomenologico di esperienze sensoriali in molti modi diversi: la realtà estesa è un modo per sfruttarlo come mezzo di narrazione ed è una riflessione a cui ci piace dare ampio spazio.
Un’altra cosa che si può notare, poi, è che il gruppo che si crea determina la direzione che il progetto prenderà. Lo spirito dei progetti e il loro stile sono fortemente influenzati dalla natura delle persone che ne discutono, che siano performer o abbiano un background musicale o provengano dal cinema. Vogliamo assicurarci che si pongano la domanda fondamentale: perché deve essere un progetto immersivo? Perché non potrebbe essere semplicemente un film o un’opera teatrale o un libro o un brano musicale? Credo che stiamo facendo un buon lavoro per assicurarci che i partecipanti tengano sempre presente questa domanda. Perché alla fine la risposta è ciò che rende un progetto davvero coinvolgente.
Guardare al futuro: L’EUCL nel 2024
M. D. – Abbiamo imparato molto dai laboratori della nostra edizione 2023. Questo primo anno è stato davvero positivo, ma naturalmente ci sono molti dettagli che possiamo ottimizzare per creare esperienze migliori. Credo che uno dei problemi principali sia quello di rendere i laboratori visibili a tutti i diversi settori che siamo interessati a invitare. Il settore creativo culturale in Europa è enorme e quindi la questione è come raggiungere il più ampio bacino possibile. Molte persone potrebbero essere interessate a partecipare, ma non sanno nemmeno che esiste questa opportunità!

A mio parere, il problema principale per noi è far conoscere al mondo che c’è un posto fantastico dove possono trovare talenti incredibili e dove possono crescere e incontrare mentori che li aiutano a farlo. È un aspetto su cui stiamo già lavorando molto, con nuove strategie di comunicazione, con una nuova pagina web, connuovi video che spiegano come funzionano le cose, coinvolgendo i mentori e utilizzando al meglio la promozione.
Il bando per il primo lab è aperto. La residenza, invece, si terrà a fine settembre, quindi la call dovrebbe essere pubblicata in estate, e a seguire si terrà il workshop di prototipazione, all’incirca a fine ottobre.
Storie immersive, tecnologia immersiva: lo stato dell’arte
M. D. – Ci troviamo in uno spazio e in un tempo interessanti, con tante persone meravigliose che producono opere straordinarie in tutto il mondo. E non dimentichiamo i festival, non ultimo quello di Venezia, e quanto siano stati bravi a raccogliere questi progetti, a metterli in mostra, a rendergli omaggio. Abbiamo visto crescere un vero e proprio ecosistema. E ora ci troviamo a un punto di svolta interessante, fra Apple Vision Pro e l’intrattenimento spazializzato- un settore che vale la pena prendere in considerazione perché sta diventando sempre più mainstream.
A mio parere, abbiamo assistito al classico ciclo di adozione: i primi esploratori e tutti coloro che li seguono rappresentano la grande prima adozione, che a un certo punto crolla. Rimangono solo gli utenti e i creatori più accaniti più accaniti. Poi, lentamente, si passa all’adozione di massa. È un percorso lento ma molto costante. Credo che il mercato e le possibilità di distribuzione di questo tipo di storie cresceranno di anno in anno, lentamente ma inesorabilmente, come crescerà la complessità e il numero di attori coinvolti. Quello che ci saremmo aspettati di veder accadere otto anni fa, quando tutto è iniziato, in realtà sta cominciando a verificarsi solo ora e questo, a mio avviso, è un buon segno per la narrazione immersiva.

Vedo anche che si sta diffondendo sempre un modo di pensare che vede i videogiochi, la narrazione e in particolare quella digitale come un unico contenitore artistico. Le persone fanno sempre meno distinzioni, è sempre più facile proporre qualcosa che sia un’esperienza VR, ma che abbia anche elementi di cinema, teatro e gioco. La gente si sta abituando all’idea e credo sia un’ottima cosa. La mia speranza è di vedere progetti sempre più ambiziosi che possano combinare tutti questi campi diversi.
Stiamo poi assistendo alla nascita di un numero sempre maggiore di workshop e laboratori. EUCL esiste da più di 6 anni ed è stato il capostipite di questo tipo di esperienze, ma ora se ne possono trovare sempre di più e per me è davvero un’ottima cosa che quanti operano in modo creativo in questo settore vengano aiutati in tutto il mondo piuttosto che in un unico luogo. È anche per questo che ci stiamo espandendo e stiamo invitando nuove persone di diversa provenienza a partecipare alle nostre attività: è proprio quando si riesce a mescolare talenti diversi che i giochi si fanno ancora più interessanti!
Le iscrizioni al Development Lab rimarranno aperte fino al 1° marzo. Per sapere di più sulle modalità di partecipazione, visitate il sito web dell’EUCL.
Potete poi restare aggiornati sulle date e gli eventi futuri dello European Creators Lab sulla loro pagina Instagram e LinkedIn.
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